francesco zaffuto - acquarello e matite -2008 - cm. 29x21,5
Cento occhi aveva Argo tutt'intorno al suo capo:
due alla volta riposavano a turno,
mentre gli altri stavano svegli, montando la guardia.
In qualunque modo si sistemasse, sorvegliava Io;
anche di spalle l'aveva davanti agli occhi.
Di giorno lascia che pascoli; quando il sole scende sottoterra,
la rinchiude, cingendole a disdoro il collo con una catena.
Di fronde d'alberi e di erba amara si nutre l'infelice,
e invece che in un letto si corica sulla terra priva a volte
anche d'una coltre erbosa, e s'abbevera in fiumi fangosi.
E se voleva tendere le braccia ad Argo
per supplicarlo, braccia non possedeva da tendergli;
se tentava di lamentarsi dalla bocca uscivano muggiti
e a quel suono rabbrividiva atterrita dalla sua stessa voce.
(libro primo - Metamorfosi di Ovidio)
Per chi non ha sotto mano il testo di Ovidio ecco un link
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